Home TennisATP & WTA Attenzione ai contraccolpi

Attenzione ai contraccolpi

by Franco Marucci

Un’amica americana, ma trapiantata e sposata in Italia, un decennio fa abbondante aveva un figlio molto promettente nel tennis, e lo allenava con tanto amore, con tanta passione, con tanta dedizione e con tanta competenza (era stata lei stessa giocatrice), che al circolo si ripeteva spesso fra noi una battuta scherzosa: “Holly si meriterebbe un campione”. Ma Holly, quando le si facevano i complimenti perché Christopher aveva vinto, che dico, trionfato in  un torneo under 14 o 16 (molti toscani avranno capito di chi sto parlando), e si sembrava dirle che la strada era ormai tutta in discesa, gelava gli entusiasmi e, nel suo italiano ancora biascicato e scarlancato, aggiungeva che bisognava azzerare il contatore, dimenticare subito tutto quello che era successo, tornare coi piedi per terra e ricominciare l’indomani a fare cestini, a ripassare la meccanica dei colpi e ad allenarsi insomma ancora più forte.

Mi è venuto in mente questo aneddoto perché le due eroine di Palermo hanno veleggiato verso Stoccarda con l’augurio o la certezza che potessero fare sfracelli e non avessero avversarie sino alle semifinali. E soprattutto che Roberta Vinci avesse acquisito e raggiunto una statura e una quotazione ancora superiori al n. 12 WTA. Invece dolenti note. Sara Errani gioca stasera, ma anche per lei non credo sia una partita facile con la bizzarra Mattek.

Artefice della sconfitta di Roberta è Yaroslava Shvedova, e di lei voglio un po’ parlare. Spesso dico che Fiona Ferro è l’ammazzaitaliane nel giovanile. La Shvedova può forse esserlo nel senior. Da oggi va guardata in cagnesco. Con le italiane fa di recente un figurone. 6/4 6/2 è un punteggio severo alla n. 12. E Sara credo si volti dall’altra parte, o cambi strada e si infili in un bagno quando la incrocia negli spogliatoi. Quel 6/0 senza un punto a Wimbledon scorso le brucerà ancora.

Comunque sulla Shvedova ci sono da aggiungere alcune cose. È nel rigoglio e nel picco della sua carriera (non ha ancora 26 anni)  e forse la bassa clasifica che ha le sta stretta. Rende bene qui a Stoccarda, e potrà far bene, per le caratteristiche del campo, di cui dirò.  Intanto la ragazza ha un fisico di lusso e potenza non comune, e sembra quindi nata per i campi in duro e in erba. Difatti i suoi risultati migliori vengono da lì: era o non era in semi con la Serena a Wimbledon 2012, e era o non era a due passi dal vincere? Io sto elaborando la teoria che erba e cemento sono molto più vicini e similari oggi che cemento e terra: terra soprattutto più lenta o semidura. Il discorso che volevo fare è però che Shvedova appartiene  a una categoria di giocatrici che giocano solo tornei selezionati e tengono botta per circa due mesi, maggio-giugno.   Sono come i gechi, che dopo il letargo invernale fanno capolino in questi giorni dalle fessure dei muri e tra due mesi tornano nelle loro tane. Di queste giocatrici meteoriche ve ne sono varie in circolazione: altre due sono Paszek e Pironkova. Fanno dei partitoni una sola volta l’anno, poi chi le rivede più?

Dicevo dei campi di Stoccarda. Mi conforta che anche il commentatore di Supertennis abbia notato che sono campi speciali e molto veloci: permettono anche il serve and volley e comunque si è visto ieri la Jankovic aprirsi il campo e andare a rete con una certa frequenza. Appunto, sono campi che non hanno mai preso la pioggia tedesca, e hanno mantenuto un manto piuttosto duro e secco. A proposito, la Jankovic mi sta crescendo in simpatia, dopo che l’avevo classificata a lungo la più antipatica del gruppo.

Vi potrebbe interessare anche

Leave a Comment

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.