Ieri me ne sono rimasto al fresco del mio giardino senza sfidare i quasi trenta gradi, e ho atteso fino a sera per fare poi una esegesi al buio dei risultati del torneo pratese. Dunque al maschile sono caduti quattro su sei dei nostri agli ottavi, e la caduta più illustre è di Stefanini, che qualche incauto dava per vincitore potenziale del torneo. Beninteso sono uno dei suoi estimatori, ma è anche vero che il ragazzo ha offerto prestazioni altalenanti e anche un po’ negative di recente. L’altro ieri, anche senza dirlo per non stonare, l’ho visto un po’ distratto e sciupone contro il tunisino, come avesse in certi momenti la testa da un’altra parte. Abbreviava paurosamente gli scambi, e a volte gli andava bene, a volte no. Turchetti per quello che ne so poteva fare di più; gli altri erano chiusi. Rimangono insomma Massara, che si è irrobustito ma rimane fisicamente un po’ incassato, e lo scugnizzo Rizzuti che non si perde mai d’animo, ma arriva sempre a due punti dal traguardo e si ferma. Quanto al torneo faccio un nome, il peruviano Varillas: corre come una trottola, ma quando deve piazza vincenti imprendibili. Ma non ci scommetto.
Al femminile abbiamo un bel gruppetto di superstiti, ma, non mi stanco di dire, per debolezza del lotto partecipanti. Rimango sorpreso solo dall’uscita della Ferrando, che avrei detto facile vincitrice sulla baby Simonelli (tre anni di differenza). Neanche fossi un profeta Brescia è uscita clamorosamente, ma il provvisorio capolavoro lo ha fatto Valeria Prosperi (ma già dicevo che Rush mi sembrava un fuoco di paglia). Detto della vittoria anche troppo larga della Hofer sulla Mocciola (avrei scommesso il contrario), qui al femminile punto su Torelli. Chi fra Torelli e Prosperi vince il loro quarto va in finale. Torelli manca di continuità, vince un set alla grande e poi si mette magari a sbagliare tutto; se riesce a stare in partita sino alla fine può farcela. Io tifo per lei.