Musi lunghi

by Franco Marucci

Ieri a quest’ora si gongolava, oggi invece è andato quasi tutto storto. Ma premetto che non ho visto nessuno degli incontri che mi appresto a commentare, e parlo solo per telepatia o induzione, in attesa che qualche sito ce li racconti.

Mi pare sia stato il compianto Fulvio Stinchelli a coniare per la storia la epica frase che “il tennis è uno sport di testa”. È questa la chiave, per quanto posso immaginare, delle sconfitte di Rizzuti e Torelli nelle semifinali di Prato. Avevo però messo le mani avanti ieri dicendomi non del tutto sicuro, anzi piuttosto dubbioso in un caso, che ce la potessero fare.  Non c’è altra spiegazione che quella di Stinchelli per il fatto che Rizzuti prima batta il forte Khachanov e poi con punteggio troppo netto, a mani basse, senza colpo ferire, perda da un Medvedev. Guardiamo  il tabellone e scopriamo alcune cose, la prima delle quali è che Medvedev ha rischiato di uscire al primo turno con il modesto Pimentel; la seconda è che Turchetti, che attendo di vedere all’opera ma non vale certo ancora Rizzuti, ha fatto più giochi di Rizzuti contro lo stesso giocatore. È vero però che Medvedev ha dimostrato più tenuta complessiva, appunto più testa e più controllo, ed è venuto avanzando nel torneo come in un crescendo. Quando un torneo giovanile arriva alle semifinali non vince notoriamente chi gioca meglio ma chi ha più energie residue e soprattutto i nervi più saldi.

Per la stessa ragione non credevo ai miei occhi leggendo il risultato della Torelli, che ero certissimo avrebbe vinto agevole con la lituana, che aveva già faticato assai con la Simonelli, e  stentato addirittura con la pesantotta e quasi negata Elysse Graci. Torelli è molto emotiva e discontinua, lo dicevo ieri. In un altro torneo, partita di primo turno, vince con la stessa avversaria 6/2 6/3, metto le mani sul fuoco. Ha solo – o purtroppo forse già –  sedici anni. Al contrario rimango sorpreso dalla “imperturbabile” Hofer. Ma definendola così ho confermato la mia teoria. Ho spesso scherzato dicendo Hofer l’antiFerro: e mi sono spesso domandato la genesi di questo lontano exploit. In termini di gioco puro Hofer mi pare debolina, ma appunto non si scompone e macina gioco.  Freddezza, e radici altoatesine! Avendo ormai macchiato il mio palmarés di pronostici, azzardo che sia lei domani la vincitrice. Proprio perché, a maggior ragione in finale, sono ormai “saltate le marcature”.  Sennò non si spiegherebbe come Jokic abbia sconfitto la Brescia per ben  6/2 6/0 e poi ceda alla Hofer 6/1 7/6.

Sullo scenario madrileno, qed, cioè quod erat demonstrandum. Sara avrà tempo di rifarsi: tra qualche anno Serena deporrà le armi e appenderà fatalmente la racchetta al chiodo. Per ora è ingiocabile per Sara, più di quanto lo sia per altre giocatrici a pensarci bene (le quali fanno con lei più partita): una specie di bestia nera, con spiacevoli ricordi accumulati l’estate scorsa,  su altre superfici.

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1 comment

ilaria 1 Giugno 2013 - 22:25

Behh io ho appena lasciato un commento sul mio Blog con link a questo post… anche per ringranziare pubblicamente i visitatori del blog… grazie ragazzi!

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