Da martedì scorso i miei lettori si saranno domandati dove sono finito, e perché qui sul Blog è subentrato un silenzio di tomba sui prima esaltanti, e poi sconsolanti risultati dei nostri giocatori a Parigi. Presto spiegato il motivo di questo oscuramento. Sono dovuto partire per Venezia dove ho preso parte a un Convegno di studio dei miei, cioè riguardante a rigor di termini l’attività primaria della mia vita, di studioso della letteratura inglese. Chi non è interessato, e pensa solo al tennis, dovrà gentilmente saltare i prossimi 3 o 4 post, dove darò notizia dettagliata di questo evento, e riassumerò il contenuto del mio paper.
Siccome mi accorgo che un simpatico navigatore ha digitato “notizie sull’incontro di tennis di sara errani ieri”, e capitando in questo mio Blog ha trovato notizie zero, mi sento in dovere di scriverne. Ma il tennis consuma le notizie rapidissimamente e quello che dirò oggi venerdì pomeriggio è ormai datato.
Ero in treno verso Venezia martedì scorso quando Sara Errani scendeva in campo contro..ormai la chiamiamo tutti Aga, o la Professoressa. La quale è una professoressa sì, ma con qualche ghiribizzo: cambia il colore dei capelli con una frequenza un po’ eccessiva…Vi ho parlato della mia addiction alla scaramanzia. Non ho voluto vedere l’incontro con la Radwanska, e neppure sapere il risultato. La mia idea impossibile era quella di tapparmi le orecchie sino a sabato alle 14.00, per accendere poi il televisore e vedere chi entrava in campo per giocare la finale, sperando nel miracolo, che cioè ci fosse Sara. Ieri al Centro congressi dell’isola di San Servolo c’era un televisore acceso, e trasmetteva la semifinale: sono fuggito, anche perché un seminario mi chiamava.
Devo anche confessare che una vittoria di Sara su Aga era da me data con una probabilità su nove. Mi ero impaurito vedendo, domenica, Aga debellare la Ivanovic. La quale è una giocatrice bella a vedersi, anche quando non gioca a tennis, ma totalmente sprovvista di varianti tattiche: gioca e sa giocare solo in un modo. Quella partita mi aveva fatto riflettere sulle difficoltà forse insormontabili che avrebbe incontrato Sara, la quale aveva però perso al terzo e al filo di lana con Aga lo scorso settembre a Istambul. Sennonché Sara di domenica sarebbe stata giocatrice troppo contratta e spenta, fallosa, poco in palla, per dominare Aga. Il commentatore Eurosport ha detto secondo me una sciocchezza paragonando Aga a Murray: fatti salvi i muscoloni, Aga assomiglia invece a Nadal. Per farle il punto devi avere una potenza che solo Serena, Sharapova e Azarenka hanno al momento. Sara come ho detto non è una picchiatrice e non mi sembrava possibile che nell’eventuale prova di pazienza potesse avere la meglio. Mi guarderò il match se lo ridanno da qualche parte per vedere cosa è successo.
Quanto alla sconfitta preventivabile con Serena, due riflessioni: Sara si sarà sentita scarica e appagata dopo la raggiunta semifinale, e tra l’altro sapendo che contro Serena attuale poco c’è da fare. Sennonché rimango un po’ perplesso dal punteggio, molto più severo che nel match perso settimane fa a Barcellona. Sembrava insomma che Sara, come fa con varie giocatrici, fosse sul punto di ridurre, non colmare, il gap. Se non vi fosse questa attenuante, dovremmo dire che Sara risoffre il vecchio complesso di inferiorità contro Serena, contro cui ha rimediato lo scorso anno la stessa batosta, mi pare alle Olimpiadi e anche in un altro incontro. Rilevo infatti che Roberta ha fatto tre giochi in più di Sara; e che la Kuznetsova l’ha addirittura portata al terzo, con Serena che avendo vinto 6/3 non ha poi passeggiato. Punto primo: Kuznetsova è quasi sicuramente una giocatrice ritrovata, e mi piace che lo sia, perché due anni fa mi espressi in modo eloquente a suo favore pronosticandole un bella messe di vittorie; e siccome poi affondò nell’anonimato avevo creduto di aver preso un granchio. Punto secondo: è allora meno vero che Serena ha una superiorità schiacciante. Nell’altra metà del tabellone, anche la Sharapova ha sudato le sette camicie, e sono curioso di vederla in finale, dove la do perdente, senza immaginare però il punteggio.
Nel giovanile abbiamo avuto un rendimento assai pietoso, e Quinzi ha fatto splash dimostrando che soffre oltre modo a giocare da favorito. Baldi attuale è in crisi; femmine ancora peggio.
Ultima nota: giocano i e le sedicenni a Montecatini, ma i tabelloni sono un po’ sguarniti. All’Avvenire mi attendo qualcosa da Ginocchio, e chi sta a Milano si dia una guardata a qualche nata 2000, perché qualcuna è stata iscritta e forse gioca le quali. E ci sappia dire.