Nello sport è statistico e ciclico, da quando esiste quello moderno e cioè quasi da un secolo e mezzo, che appaia e sbocci un campione eccezionale, che per un decennio buono surclassa la concorrenza, e che suscita e a volte manda a vuoto ogni tentativo di approntare delle contromisure. Diventa cioè imbattitibile. I primi nomi recenti che mi vengono in mente, al di fuori del tennis, sono Stenmark nello sci e Armstrong nel ciclismo. Quest’ultimo si è poi scoperto che ha vinto sette Tours de France da drogato, ma se droghi un brocco continua a non vincere, e comunque questo caso non indebolisce la mia affermazione di partenza, valida in altri sport dove il doping non serve (o si spera che non vi sia). Nel definire questo campione eccezionale intendo uno che stabilisce e mantiene intatta una superiorità schiacciante ed evidente, anche quando è in giornata meno brillante e gli avversari sono in stato di grazia. Nel tennis stesso del passato recente questi tipi di campioni e di campionesse sono stati, senza essere ovviamente esaustivi e limitandoci agli ultimi tre-quattro decenni, Borg, Evert, Navratilova, Graf, Sampras. Oggi abbiamo Federer, Nadal e Serena Williams, anzi solo gli ultimi due, perché Federer è in chiaro e sia pure non rovinoso declino e nei Grandi slams non arriva più nemmeno in finale.
Quanto alla differenza tra Nadal e Serena Williams: attualmente Nadal è per numero di titoli più in alto di Serena, e forse vincerà ancora Grandi slams per qualche altro anno o triennio o quinquennio. Ma lo iato tra lui e Serena, a favore di Serena, è che Serena vince più facile oggi come oggi e su ogni superficie; laddove Nadal (che vince spessissimo al quarto o al quinto, e suda) forse si fermerà dopo Parigi, e comunque sull’erba e sul duro la sua schiacciante superiorità è meno schiacciante; anzi può anche perdere da un grande servitore e volleatore. Laddove Serena, che è sulla breccia da tanto tempo, è tornata da un anno abbondante ai vertici dopo esserci stata vari anni fa, e se non succede nulla, se non inciampa in un…altro coccio di bottiglia, si scorpaccia anche Wimbledon e anche gli Us open e via discorrendo.
Comunque mi voglio porre la domanda se vi è in circolazione o all’orizzonte un antidoto allo strapotere di Serena. E per rispondere ricorro alle ultime statistiche che fanno testo, e cioè al torneo parigino testè concluso. A dimostrazione di quanto dico Serena ha lasciato 8 giochi alla Sharapova, 1 alla Errani, 10 alla Kutznesova (con un set perso), 4 alla Vinci, 2 alla Cirstea, 3 alla Garcia e 1 alla Tatishvili. Questa statistica va presa cum grano salis, epperò è veritiera e rende l’idea, e l’idea è che Svetlana è stata l’unica che ha impegnato forte Serena, e l’unica che le ha strappato un set, e che l’ha quindi portata al terzo, presumbilmente perdendo di un solo break. Come dicevo nel penultimo post la mia idea, con soddisfazione, è che una Svetlana ritrovata possa essere questo antidoto che cerchiamo. Ma bisogna da un lato provarlo, e dall’altro aver visto l’effettivo rendimento in campo in questo torneo parigino, ed essere inoltre dell’entourage di lei per sapere se è stato il suo un fuoco di paglia o se la giocatrice veramente “ci crede”. Io mi esposi tempo fa su Supertennis sostenendo che Svetlana era la giocatrice del presente e del futuro, poi mi sono ricreduto (anch’io mi sbaglio qualche volta!). Vediamo all’uopo la tabella del percorso parigino di Svetlana: notiamo subito che la nostra ha avuto un po’ di fortuna e ha anche rischiato, e comunque ha avuto qualche match incerto e lottato, non già ha dimostrato una superiorità schiacciante prima di perdere da Serena. Di giocatrici forti sul suo cammino ha abbattutto abbastanza facile Makarova e con difficoltà soprattutto Kerber (6/3 al terzo); e ha faticato assai assai con avversarie deboli o normali come Rybarikova (vittoria al terzo) e Jovanovski. Il vantaggio della Kutnesova, dunque da rivedere a Wimbledon e agli US Open, è che, pur sembrando e credendola una veterana, è in fondo ancora una ventottenne (è nata nel 1985), mentre Serena va verso i 32 anni: il tempo gioca a favore della russa. Ma alla fin fine non sono del tutto convinto che sia lei che possa nel vicino futuro insidiare Serena. Dite magari la vostra.
Uscendo dalla filosofia del tennis, avverto che osserverò un piccolo silenzio stampa sui tornei senior prima di Wimbledon. Voglio chiudere invece con qualche nota sull’Avvenire. Deluso dalle generazioni dal 1995 al 1998, mi rifugio da qualche tempo sui pulcini. Moroni e Pellegrino avanzano, ma il torneo mi pare nel complesso debole. Laddove al femminile ho seguito soprattutto appunto le piccole del 1999 e addirittura del 2000, che presumibilmente ancora ieri giocavano sul campo ridotto, con le racchette corte e le palline di piume. Attendevo speranzoso una “ginocchiata” (spero vi ricordiate cosa sottintendo), ma non è venuta (Ginocchio si è subito ritirata sull’1-0 contro); epperò hanno fatto un po’ di strada Ivaldi e Rumi. Anche Ceppellini. Non le ho mai viste giocare naturalmente: ma spes ultima dea, chissà che non venga fuori qualcosa di buono un domani da queste (ancora) bambine. Soprattutto Rumi si è fatta onore, ha passato le quali, e ha superato un turno nel md perdendo oggi non di goleada.
1 comment
In verità, noi tutti la pensiamo come McEnroe. Sul fatto che Rafael Nadal sia favorito a lunga distanza da tutti gli altri è impossibile nutrire qualche dubbio: il campione di Manacor ha perso solo una partita nello slam parigino in tutta la carriera, nel 2009 contro Robin Soderling . Tutte le altre volte, dalla prima partecipazione datata 2005 sino all’edizione dell’anno scorso, ha sempre vinto il torneo, diventando – con 7 trofei – il tennista più vincente del Roland Garros . Circa il circuito ATP non è quindi inesatto parlare di una ‘dittatura’ dello spagnolo, che si protrae ormai da diversi anni, e che – nonostante il lungo infortunio che lo ha estromesso per sette mesi – molto probabilmente continuerà ancora.